lotta per la felicita'

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martedì 2 agosto 2011

intervento del v.presidente D'Ambrosio udc alla commissione sanita' del 1 giugno 2011

D'AMBROSIO (Udc). Io non volevo venire, sia da cittadino che da persona interessata dei fatti, perché tre anni fa è deceduta mia sorella. Io ho vissuto tutto il calvario di questa situazione, quindi la conoscono nei dettagli. È morta a 53 anni ed era sulla sedia a rotelle. Non entro nel merito della situazione che è molto triste. Credo che questi incontri siano fondamentali e lo dico senza retorica, da cittadino. La società sta andando verso un neomaterialismo forzato. Giustamente diceva la collega Rodano che sono quindici anni che questo neomaterialismo si è affermato attraverso una concezione che non è basata più sulla centralità della persona, ma la medicina, e tutto ciò che è intorno... Caro Segretario, per cortesia, dato che il Presidente rimprovera chi parla, adesso la rimprovero io. Sto dicendo delle cose serie. La centralità della persona è messa da parte. È una società che ha fatto i decreti n. 502 e n. 229 mettendo al centro il DRG, il risparmio e non l'umanizzazione della medicina. Se ai tagli necessari del Governo noi non mettiamo un po' di umanità noi come politici perdiamo la funzione della politica stessa che è l'arte e la scienza di governare il presente e progettare il futuro. È facile tagliare. L'oggetto di questi incontri, e ringrazio la Presidente per averli promossi, è quello di sentire le necessità particolari. La disabilità è una di queste. Si diceva prima dei professori di musica e della musicoterapia. Non entro nella Costituzione e nei discorsi retorici, ma io so solo che nel Lazio da vent'anni la sanità ha prodotto pochi ricchi e molti mal curati. Vorrei che fosse messa a verbale questa frase: pochi ricchi e molti mal curati. Se questo dovesse continuare questa non è la mia posizione personale. È importante anche prendere atto di una situazione di emergenza, prendere atto con umiltà da parte nostra e vedere quali proposte si possono fare. La signora che è andata via adesso ha detto "le decisioni non le prendete voi". Si sbaglia, perché le prenderemo noi, le prende il Consiglio regionale del Lazio. Il Consiglio regionale del Lazio, se non lo ha fatto finora, comincerà ad essere prioritario. C'è il Consiglio regionale e poi c'è la Giunta. Presidente Mandarelli, vorrei che mi guardasse in viso. Al Consiglio regionale noi siamo stati eletti per rispondere ai cittadini. Quell'Aula consiliare è fondamentale per l'ascolto. Il Governo è una cosa, ma il Governo ha l'approvazione della sua funzione di governo in Consiglio regionale. Detto questo, vorrei ricordare che per l'ascolto c'è la legge n. 150 del 2000 che istituisce gli URP in tutte le Istituzioni pubbliche. Anche il cittadino, anche le associazioni, al di là del TAR che ha richiamato la signora, l'ASL ha il dovere...
(Interruzione fuori microfono)
Fate così, ma fate le denunce. C'è una legge dello Stato, la n. 150 del 2000, che istituisce gli URP in tutti gli enti pubblici e fa obbligo che ci sia un capo ufficio – è previsto e in bilancio ci deve strare (questa è omissione d'atti d'ufficio) – che ascolti i cittadini e gli utenti su situazioni complesse. Non bisogna chinare la testa, bisogna affrontare i problemi con l'orgoglio di essere cittadini. È inutile fare i tagli. Poi c'è tutto il problema della mobilitazione e questo è un altro discorso che dovremmo affrontare. C'è da affrontare il fatto che sui più deboli – questa è la mia cultura – non si risparmia. La cultura mia, del mio partito, dell'UDC è che sui deboli non si risparmia. Poi c'è il discorso della famiglia. La famiglia viene presa in un vortice che contagia e porta a situazioni di sofferenza marcata e all'esplosione anche di contraddizioni interne e i costi sono maggiori. Qui c'è da discutere tanto sulla medicina territoriale, non più solo della medicina ospedaliera, della medicina pubblica, della medicina territoriale, della medicina territoriale come investimento e dei centri di assistenza per quanto riguarda la medicina riabilitativa molto più vasta. È una concezione completamente diversa della medicina. La Presidente Polverini fa quello che può perché ha trovato una condizione – vorrei solo precisare questo – che era preparata dall'ex Commissario Guzzanti. Non ci avrebbero dato quei soldi se non avessimo fatto quei tagli. Non c'entra la Presidente Polverini, siamo noi che attraverso questa operazione continua di ascolto che sta promuovendo la Presidente Mandarelli e tutti noi della Commissione dobbiamo vedere quali sono le esigenze. Poi però queste esigenze debbono essere riportate. C'è poco da sorridere. La gente soffre e tra poco la gente che soffre, con 1200 euro percepiti dal capo famiglia, con una situazione di disabilità in casa, ci porta queste esigenze dentro la Regione Lazio, nei gruppi e nell'Ufficio di Presidenza. Il clima nel Paese sta diventando un clima in cui la crisi economica si sposa con sacche di emarginazione sociale che possono esplodere lì dove c'è sofferenza vera. Siete venuti qui, vi ascoltiamo, si verbalizza, ma poi dobbiamo fare delle proposte. Agli uffici le proposte le fa la parte politica perché siamo sempre più soggiacenti alla parte burocratica. Ognuno di noi è eletto per fare delle scelte, la politica è scelta: a chi diamo più soldi? Dobbiamo stare attenti agli sprechi. Ho parlato in maniera molto diretta. Ringraziandovi della presenza, approfitto per ringraziare la Presidente e tutti quelli che ci sono per l'ascolto. La partita nasce dai decreti n. 502 e n. 229. Con il decreto 502 i medici diventano dirigenti di primo e di secondo livello. Con la consigliera Rodano e con altri abbiamo fatto una legge sulle professioni sanitarie che ha dato molta dignità a tutto un settore di operatori sanitari che sono fondamentali per dare sollievo a questo. Purtroppo non sta dando i risultati sperati, ma è stata una fatica.
(Interruzione fuori microfono)
Non ne parliamo proprio. Lo sforzo c'è, la voglia c'è, la voglia del Presidente e di tutti noi consiglieri di maggioranza e di opposizione c'è. Bisogna costruire un percorso insieme, senza polemiche. Grazie.

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