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venerdì 12 agosto 2011

DAL CORRIERE DELLA SERA


 L'anno scorso, dopo tante peripezie, siamo riusciti a capire e portare a termine tutte le procedure per le pratiche riguardanti la compartecipazione alla spesa sanitaria, un vero caos. Risolto questo problema è iniziato quello della crisi dei Centri di riabilitazione ex art. 26. Non ricordo se Le ho detto, in altre occasioni, che mia figlia Barbara vive in un Centro di Educazione Motoria (CEM) della Croce Rossa in Via Ramazzini a Roma. In questo Centro ci sono ragazzi gravi e gravissimi in regime residenziale e alcuni semiresidenziale. Questa struttura ha permesso a tutti noi di riuscire a vivere superando molte delle difficoltà che, inevitabilmente, ci troviamo ad affrontare. Ora il CEM è commissariato dal Comitato Provinciale della C.R.I. il quale ci ha comunicato, in maniera inderogabile, che, per motivi economici, la Croce Rossa non vuole più gestirlo e che, se continuerà questo stato di crisi, sarà costretto a chiudere il Centro. Intanto, visto il periodo di ferie del personale, hanno chiuso un reparto, spostando i ragazzi nei rimanenti senza tener conto di provocare, in molti di loro, disagi di ambientamento e riducendo gli spazi dove farli muovere, in alcune situazioni c'è un vero caos e non prendono in considerazione le nostre proteste e i pareri delle altre figure che operano nella struttura. Il CEM, definito un "CENTRO DI ECCELLENZA" è sempre stata "la casa" dei nostri ragazzi. Molti di loro ci vivono da 40 anni. Conoscendo la realtà di altri centri non intendiamo perdere questa e vorremmo continuare ad averla ancora e gestita, bene, dalla Croce Rossa. Ci stiamo muovendo cercando l'aiuto di tutte le altre associazioni. Purtroppo in questo periodo non troviamo chi veramente potrebbe risolvere questo grave problema perchè sono tutti in vacanza. Secondo me il tutto è stato un piano volutamente programmato in questo periodo per renderci più indifesi. Forse sarebbe il caso di pensare, prima di tutto, a far vivere dignitosamente i nostri ragazzi e non fargli pagare la crisi economica che stiamo attraversando. Hanno già pagato duramente, ora è il momento di dire basta.

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