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giovedì 21 aprile 2011

Altre in merito alla "sanatoria"

Strutture sanitarie private: sì all'accreditamento

L'approvazione è arrivata in tarda serata con 35 voti a favore, sei contrari e cinque astenuti. È passata la legge sugli accreditamenti delle strutture sanitarie private, contestata duramente da una parte della minoranza. S'interviene sulle scadenze e sulle modalità di accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie private; sui criteri di riconversione dei posti letto delle case di cura soppressi in attuazione del decreto 80/2010; si promuove la trasformazione a Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) della "Fondazione Ptv - Policlinico Tor Vergata". Secondo la presidente della Regione, Renata Polverini «non si tratta di una sanatoria né un condono ma vogliamo mettere a punto il sistema regionale del Lazio. È una norma transitoria che serve per regolarizzare ciò che ho trovato e che per troppi anni è rimasto nel cassetto. Ringrazio il consiglio per questo atto di responsabilità. È la prima volta che nel Lazio si procede con una norma che consente di accreditare le strutture private: si è sempre accreditato in via provvisoria». La minoranza non è stata compatta. Il Partito democratico ha scelto la strada dell'astensione, mentre Fds, Lista Bonino, Sinistra ecologia e liberta e Idv hanno votato contro. «Siamo alle prese con una legge che ha il solo obiettivo di soddisfare le richieste dei grandi imprenditori della sanità privata, travalicando anche quelle stesse regole che la Regione Lazio ha imposto alla sanità pubblica regionale», ha commentato Luigi Nieri, capogruppo di Sel. Per l'Italia dei Valori, Giulia Rodano e Vincenzo Maruccio hanno affermato: «I nostri emendamenti hanno migliorato molti aspetti della proposta di Giunta, e hanno stretto le maglie di quella che però resta una vera e propria sanatoria, con tanto di norme ad hoc che consentono ad alcuni privati di derogare ai principi di riorganizzazione della rete che Renata Polverini ha imposto. Ma l'accreditamento avrebbe meritato una normativa non così equivoca. Con questa leggina infatti la Regione proroga di 6 mesi i termini di ricezione delle domande di accreditamento».


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