lotta per la felicita'

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giovedì 27 gennaio 2011

(ANSA) - MODENA, 27 GEN - La societa' Gambro di Medolla, multinazionale del biomedicale che occupa circa 900 persone, ha annunciato - ha reso noto la Cisl - la cessione delle attivita' della 'bloodline' (linea sangue per la dialisi) e il conseguente licenziamento di circa 400 lavoratori, tra tempi indeterminati e precari. I sindacati hanno proclamato la mobilitazione immediata con scioperi fino a domenica. Gambro ha confermato che cessera' la 'bloodline' a Medolla per ''razionalizzare le attivita' produttive'' a livello globale, ma ''fara' il possibile per trovare una soluzione accettabile per i lavoratori coinvolti''.


Gambro, il vescovo di Carpi interviene sui licenziamenti

Monsignor Elio Tinti ha commentato: "Ormai l'appartenere a una multinazionale non è più garanzia

Modena, 27 gennaio 2011. "Apprezzo le parole dei vertici Gambro che parlano di una necessaria razionalizzazione, ma confermano la propria attenzione alla responsabilità sociale e quindi faranno di tutto per trovare una soluzione accettabile per i collaboratori coinvolti, ma questo non alleggerisce le mie preoccupazioni e le difficoltà in cui vengono a trovarsi tanti lavoratori". Questo è il commento del vescovo di Carpi Elio Tinti sulla notizia dei 400 esuberi nello stabilimento biomedicale Gambro di Medolla, nel Modenese.

"La situazione che sta soffrendo la Gambro deve coinvolgere tutti - aggiunge il vescovo in una nota - non solo i dipendenti che vedono svanire la loro occupazione, dunque la fonte di sostentamento delle loro famiglie. E’ una situazione grave, una realtà che tocca la dignità delle persone. Capisco le complessità che un’azienda deve fronteggiare, ma la salvaguardia dei posti di lavoro non può non essere considerata un obiettivo primario. Senza entrare nel merito delle necessità singole, desidero ribadire che licenziare uomini e donne è una mancanza di rispetto del valore della persona umana e tutti dovremo sottostare al giudizio di Dio e della storia".

"Non sono un economista - prosegue monsignor Tinti - sono un semplice pastore, ma nel sistema economico vedo anch’io delle storture che nessuno può ignorare. Il profitto è necessario, ma non può essere a discapito delle persone. Le preoccupazioni che ci hanno accompagnato in questi ultimi anni erano e sono tante, ma francamente uno dei settori che mi preoccupava meno era proprio il biomedicale che, anche lo scorso anno, è stato quello che ha registrato le migliori performance in provincia. Perché, allora, la Gambro sta soffrendo questa grande crisi? L’appartenere a una multinazionale non è più garanzia di sicurezza e di lavoro, al contrario è diventata una forma di debolezza perché ci si mette un attimo a spostare una sede produttiva da una parte all’altra del mondo quando non ci sono legami con il territorio. Ed è proprio il territorio, oggi, che deve intervenire: Comune, Provincia, Regione non possono assistere impassibili a questo depauperamento della nostra area.
Chiedo a tutti e a ciascuno di fare la propria parte con piena responsabilità, partendo dalla proprietà e dai dipendenti fino alla politica, agli istituti di credito, ai sindacati".

"Ed è proprio ai sindacati - continua il vescovo - che rivolgo queste parole. Mi raccomando, tutelate i lavoratori ma abbandonate quella rigidità che abbiamo visto anche ultimamente nella vicenda Fiat e che ha esasperato una situazione già critica. Sono mutati i tempi e, pur tenendo fermo il ruolo centrale del lavoratore nell’impresa, non si possono ignorare le nuove necessità emerse con la globalizzazione. So che oggi inizia un calvario per 400 persone che poi significa 400 famiglie, per questo vorrei che ogni lavoratore, che ogni famiglia in difficoltà, mi sentisse particolarmente vicino. Per quanto mi riguarda, farò il possibile affinché questa situazione si risolva nel modo meno cruento. Il lavoro è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, dimenticarlo è una violazione, non solo un peccato di cui il Signore ci chiederà conto".

 

Tonino

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