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sabato 7 maggio 2011

questa e' una lettera di due anni fa , datata 31 marzo 2009 ; cosa e' cambiato nell'ARIS? Perche' non manifesta sotto la Regione Lazio ora che e' peggio?



Opera Don Guanella
Centro di Riabilitazione
Casa San Giuseppe

Roma, 31 marzo 2009

Carissimi Genitori, Familiari e Tutori,

vengo a consegnarvi una lettera dell'A.R.I.S. (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) unitamente alla F.O.A.I. (Federazione degli Organismi per l'Assistenza alle persone Disabili).

E' una lettera condivisa anche dal nostro Centro, associato dell'A.R.I.S. che, senza allarmismi, ma con chiarezza e forza, vuole presentarvi la situazione in cui il nostro Centro, come tanti altri della nostra Regione, viene a trovarsi a seguito della nota crisi della Regione Lazio nel settore sanitario e, soprattutto, per le ultime disposizioni emanate.

Si rimane a disposizione insieme all'assistente sociale, per ulteriori chiarimenti telefonici o di persona, il giovedì mattina e/o il sabato mattina.

Un cordiale saluto



Coordinamento Laziale delle Associazioni rappresentative dei Centri di Riabilitazione
c/o A.R.I.S.
Largo della Sanità Militare, 60 - Roma

Roma, 31 marzo 2009


A tutti i Genitori, Familiari e Tutori dei nostri Ospiti,

questa lettera nasce in un momento di forte preoccupazione per le scelte che la Regione Lazio si appresta a fare per quel che riguarda la qualità dei servizi ai quali sono affidati i vosti figli.

Vale la pena ricordarvi che la riduzione dei finanziamenti per i Centri di Riabilitazione è stata fissata nella misura dell'8%. Il rischio che ora si corre è che i nostri Centri non possano garantire le stesse prestazioni che fino ad oggi hanno erogato.
La Regione, nel decidere questa misura, ha ignorato quello che è stato da tempo denunciato dal nostro Coordinamento: le tariffe dei servizi residenziali, semi-residenziali e ambulatoriali sono al di sotto dei costi di gestione.
Il taglio previsto avrà come effetto una riduzione della spesa per il personale e, in coseguenza del minor numero di operatori impegnati nei servizi, una contrazione del numero dei soggetti di cui possiamo farci carico. La parola che non vorremmo mai pronunciare è "dimettere".
Dovremmo fare una scelta difficile e dolorosa, rimandando a casa persone di cui fino ad oggi ci occupiamo, interrompendo l'attività riabilitativa delle persone che hanno avviato un percorso molto proficuo nelle nostre strutture o, addirittura, nei nostri reparti di degenza residenziali e semiresidenziali, e respingendo chi vorrebbe trarre giovamento dal rivolgersi alle nostre strutture.
Nel caso poi dei residenziali, la Regione non si rende conto che non sempre - o quasi mai! - si può dire a qualcuno che è venuto il momento di tornarsene a casa", quando in effetti, questa casa non esiste.
Un gesto dichiaratamente burocratico rivela, ad un esame più attento della situazione, tutta la sua portata distruttiva: si annulla così un percorso di autonomia lento ma, nella quasi totalità dei casi, pieno di successi e di conquiste.
Quello che scriviamo è rivolto a voi Genitori, Familiari e Tutori perché Vi sentiate più coinvolti e disponibili a manifestare con noi tutto il dissenso possibile rispetto a scelte economiche dannose!
Sono in gioco i vostri e i nostri diritti.

A.R.I.S.
Associazione Reilgiosa Istituti Socio-Sanitari

F.O.A.I.
Federazione degli Organismi per l'Assistenza alle Persone 
Disabili

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